segunda-feira, 23 de junho de 2008

RICORDANZA

[io tradotto da Luciana]


Così intimamente guardavano l’orizzonte,
il mare libero, il vulcano nell’isola
e l’immaginazzione.

La terra ferma ed il firmamento ermo erano loro vita
nella variazzone della nebbia di sempre.
La sppiaggia lontana, un sogno il vascello,
I figli dei figli,
un duro colpo freddo nell’anima.

La partenza senza ritorno simili a uccelli
che lasciano il silenzio buio
nudo della vollonta scarnita
cercando un porto di dignità
dove rifiorire.

L’agonia dell’essere lampeggiando
quando la stanza vuota
è l’invito all’avventura
e a la memoria che vola.

La storia invecchiata aspro esilio
de cuori che ritornano brasiliani tra i venti
dell’italianità latente.

Roma, 2005

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